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LOVE BOMBING

Perché Love Bombing?

Perché parlare di Stato Islamico, di jihad, di resistenza, di sopravvivenza?



Scritto e diretto da Giuseppe Miale di Mauro, prodotto da Nest - Napoli Est Teatro e Le Nuvole/Casa del Contemporaneo, lo spettacolo vedrà in scena Giovanni Serratore, Giuseppe Gaudino, Antonio Marfella, Adriano Pantaleo, Salvatore Presutto e Andrea Vellotti, gruppo di attori affiatatissimo alla ribalta nazionale per il loro spettacolo “Gomorra” dal libro di Saviano e fu Saviano in persona a sostenere e incoraggiare il loro allestimento prima di ogni film, serie e riconoscimenti.


Love Bombing è un progetto che punta il faro su quella che è la minaccia dello Stato Islamico, ma soprattutto immagina quello che potrebbe essere in futuro. Utilizzando il teatro come luogo di ragionamento e approfondimento, immaginando quello che non c’è ma che potrebbe esserci. Sperando di aver francamente toppato qualsiasi tipo di previsione.


Il collettivo Nest ha nel suo dna utilizzare il teatro come mezzo artistico per denunciare con feroce concretezza le malattie di cui è affetta la nostra società, con un occhio sempre vigile sulle problematiche universali di un mondo, geograficamente parlando, sempre più in difficoltà. Tenta di esprimere attraverso il linguaggio teatrale, un deciso dissenso verso chi cova il desiderio di lobotomizzare la massa per indurla più facilmente al proprio tornaconto personale. L’attenzione all’attualità, alla cronaca, alle problematiche che attanagliano il nostro spazio vitale e creativo, sono da sempre spunto di riflessione per il collettivo Nest, e molto spesso diventano gli argomenti degli spettacoli che si decide di portare in scena. Sottoporli all’attenzione di un pubblico che ha voglia di sapere, di scoprire, di riflettere, di accendere la luce su quello che troppo spesso è volontariamente tenuto al buio da altri mezzi di comunicazione, diventa per noi una mission cui tendiamo, linfa vitale che ci fa sentire in grado di toccare l’animo umano troppo spesso costretto ad assopirsi di fronte al “niente” proposto.


Nello spettacolo lo stato Islamico è un pretesto per raccontare il disfacimento dell’umanità. «Ho nascosto cinque uomini in un bunker (come facevano gli ebrei) nel disperato tentativo di sopravvivenza. Creando un microcosmo in cui resiste il senso di appartenenza, di fratellanza, quel briciolo di civiltà che l’attacco islamico sembra aver sepolto insieme a tutte le teste tagliate, finché uno del gruppo riesce a catturare un Mujahideen e decide di portarlo all’interno del bunker per torturarlo e vendicarsi», sottolinea l’autore e regista Giuseppe Miale di Mauro. «È questo l’episodio che scatenerà un conflitto tra i cinque personaggi e li costringerà a dover scegliere tra quello che erano e quello che sono diventati. Un ultimo tentativo di restare umani in un contesto apocalittico che fa perdere le identità e che trasforma gli uomini in animali. Da qui l’idea di abbassare scenograficamente il tetto del bunker costringendo gli attori a non poter assumere più una posizione eretta, come se il cerchio dell’evoluzione di Darwin si fosse chiuso su se stesso e avesse ricongiunto l’uomo alla scimmia. C’è chi sostiene che la guerra sia insita nell’essere umano come la vita e la morte. Quella guerra che annulla ogni forma di civiltà, di umanità, e che trasforma gli uomini viventi in morti viventi».



La stagione di prosa è promosso da Comune di Novoli, Factory compagnia transadriatica, Principio attivo teatro, Mibact, Regione Puglia – PROGRAMMA REGIONALE DI SPETTACOLO DAL VIVO PER LA VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE CULTURALI ED AMBIENTALI DELLA PUGLIA – 2016, Teatro Pubblico Pugliese.

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