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LE FUMATRICI DI PECORE


DANZA

Sabato 4 marzo ore 21

Compagnia Abbonadanza Bertoni (Rovereto)

LE FUMATRICI DI PECORE

un progetto di ANTONELLA BERTONI

regia MICHELE ABBONDANZA

coreografie, scene e costumi ANTONELLA BERTONI

con PATRIZIA BIROLO e ANTONELLA BERTONI

luci ANDREA GENTILI

Da sempre affascinati dalle forme e dal multiforme, iniziamo una collaborazione con un’interprete straordinaria (“fuori dall’ordinario”): lei portatrice sana di una diversa abilità, noi portatori malati della nostra salute. Proveremo a scambiarci le rispettive portate. (M.A.)

Ho conosciuto Patrizia Birolo in una serie di incontri laboratorio tenuti per la compagnia teatrale La Girandola di Torino. Guardandola lavorare ho colto con intensità quanto un corpo e una persona potessero esprimere un umore “ballerino”. Mi è parso di intravedere la sua vita essere una mancanza della sua vita, e questo ha causato in me un disorientamento. Da qui il desiderio di scrivere una partitura con lei. Un viaggio tra le immagini è sempre un incantamento, dove il cammino tra un essere e l’altro si fa più corto.

Le sequenze coreografiche, le brevi storie di relazione, saranno occasioni preziose per riscrivere altre più vecchie storie. Senza descrivere né commentare, registreremo gli accadimenti come specchi puliti, pellicole vergini, superfici vuote senza perdere l’incertezza, cosa preziosa della vita. (A.B.)

Nello spettacolo che io faccio ci sono molte azioni ad esempio la Ninna Nanna e quando abbraccio Antonella e il testo cantato e la danza col tutù e l’Ipoop e le Grazie eccetera (io ho bisogno di ricordare tutto!). Le mie opinioni sul palcoscenico sono molto interessanti anche la lezione che insegna Antonella e le mie azioni che io faccio come ballerina e come attrice poi io ho trovato molto interessante le mie attenzioni verso il lavoro che sto svolgendo e imparando a stare dritta con la schiena e giù con le spalle e mento davanti camminare lentamente e piano e cantare ad alta voce sennò non si sente un tubo al microfono il pavimento è spazioso e grande abbastanza per muovermi nello spazio e quando parlo uso la voce normale e le persone mi capiscono la danza deve essere lenta e non tremare ma resistere a stare non ferma ma a muovermi nello spazio senza avere timore di nessuno devo essere orgogliosa del lavoro che ho imparato qui in teatro.(P.B.) (Abbiamo lasciato il testo così come P.B. l’ha scritto)

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