LA CLASSE spettacolo caso dell'anno - apre la stagione di Novoli sabato 23 Novembre
Sabato 23 novembre riparte la stagione del teatro comunale di Novoli promossa dalla Residenza teatrale Passi comuni di Factory Compagnia transadriatica e Principio Attivo Teatro con Comune di Novoli - Pagina Ufficiale Regione Puglia e Teatro Pubblico Pugliese. In scena l'attesissimo spettacolo, divenuto un vero caso teatrale dell'anno, LA CLASSE un docupuppets per marionette e uomini, uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli che affronta con questo inusuale linguaggio scenico, la rielaborazione del dolore e quanto questo incida nella trasformazione di ciò che si diventa crescendo. LA CLASSE un docupuppets per marionette e uomini "Dal 1983 al 1988 io e altre trenta anime siamo stati gli alunni di una classe elementare in un istituto gestito da suore e che oggi ospita una casa per ferie. L’Istituto portava il nome di Suore di Carità. La nostra unica maestra, anche lei suora di carità, era Suor Lidia ed è morta più di vent’anni fa. Non è stato mai facile per me raccontare gli anni trascorsi in Istituto e la rigidità dell’educazione alla quale ci sottoponevano. A distanza di trent’anni ho deciso che avrei realizzato uno spettacolo a partire da quei ricordi e mi sono messa alla ricerca dei miei ex compagni, ritenendo indispensabile ricreare quella “comunità” con la quale ho condiviso l’esperienza in questione. Per iniziare a ricomporre i tasselli della “storia” li ho intervistati, ponendo loro domande molto semplici: “Com’era Suor Lidia?”; “Cosa ti ricordi di lei?”; “Ti ricordi cosa accadeva in classe?”; “Sei stato felice quando è morta?”. Parallelamente al lavoro sulle interviste Fiammetta Mandich ha realizzato dei fantocci/burattini a immagine dei miei compagni, per far interpretare loro gli episodi da noi vissuti tra i sei e i dieci anni di vita. Da questa prima fase d’elaborazione dei materiali è emerso lo spettacolo: un docupuppets fatto da pupazzi e da uomini, ma anche un rito collettivo in bilico tra La Classe morta di Kantor e I cannibali di Tabori in cui l’adulto rilegge i ricordi di un’infanzia vissuta nella paura di buscarcele, interpretati da pupazzi in mano a un misterioso deus ex machina. Questi ricordi/pezzi di legno, bambini ridotti a marionette, fantocci di gioventù morte, impotenti e manipolati come oggetti, si muovono senza pathos su dei tavolacci che ricordano banchi di scuola, tavoli da macello o tavoli operatori di qualche esperimento che fu. Intorno silenzio. Solo rumori di matite che scrivono e di compagni che respirano. E poi rumori di gessi che si consumano scrivendo dettati alla lavagna. I genitori sono assenti. Non pervenuti. I genitori sono solo disegnati su un cadavere di lavagna ma poi ben presto cancellati. Nel silenzio dei loro passi, questi corpicini di legno si muovono in un Mondo-Suor Lidia che pure Dio abbassa lo sguardo quando la vede. Suor Lidia, unica presenza in carne ed ossa, figura viva di donna o uomo in mezzo a tutti questi oggetti, sfugge alla vista di pupazzi e pubblico. Ne possiamo sentire i passi, vedere le mani, cogliere nel buio qualche tratto, sentire l’odore del suo sigaro magari. Sentiamo che ci fa paura, che in fondo, nel fondo più fondo di ognuno di noi, pubblico pupazzo performer tecnico tavolo o compagno di classe, lei è generatrice di paura. In questa riflessione sul senso profondo del ricordo, in questa ricerca di pezzi di memorie andate, i miei compagni mi hanno aiutato a trovare una rotta e, infine, a comprendere la natura del lavoro. La Classe ha trovato il suo vero significato nel momento in cui ho rinunciato a quello che volevo raccontare in origine e mi sono messa in ascolto della materia che stavo indagando. A quel punto è emersa una domanda, la domanda intorno alla quale lo stesso spettacolo s’interroga: “che cosa ci facciamo con il dolore?”; “cosa ogni essere umano è in grado di diventare a partire dal proprio dolore?” “La classe” è, giustamente, il vero eclatante caso teatrale dell'anno. uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli | CrAnPi collaborazione alla drammaturgia Marta Meneghetti Giada Parlanti Emanuele Silvestri collaborazione artistica Lorenzo Letizia Tiziana Tomasulo Lafabbrica performer Michela Aiello Andrei Balan Antonia D’Amore Francesco Meloni Marta Meneghetti scene e marionette Fiammetta Mandich luci Raffaella Vitiello suono Hubert Westkemper fonico Jacopo Ruben Dell’Abate assistenti alla regia Francesco Meloni Silvia Corona Arianna Cremona
foto di scena Tiziana Tomasulo e Valeria Tomasulo consulenza Piergiorgio Solvi un ringraziamento a Giorgio Testa produzione e comunicazione Giorgio Andriani/Antonino Pirillo co-produzione CrAnPi Lafabbrica Teatro Vascello Carrozzerie | n.o.t | con il supporto di Residenza IDRA e Teatro Cantiere Florida/Elsinor nell'ambito del progetto CURA 2018 | e di Nuovo Cinema Palazzo |e con il sostegno di Periferie Artistiche Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio vincitore del bando di residenze interregionali CURA 2018 Finalista ai Teatri del Sacro 2017 Finalista al Premio per le arti sceniche Dante Cappelletti 2018 prima nazionale: Romaeuropa Festival ottobre 2018 BIGLIETTI ingresso da 8 a 10 euro INFO E PRENOTAZIONI 328 2862885, 340.3129308, 327.7372824, 320.0119048